Il Santuario della Madonna delle Grazie
Chiesa Giubilare 2025

“La speranza è il messaggio centrale del Giubileo”. Con queste parole, contenute nella bolla di indizione del Giubileo ordinario 2025, Papa Francesco invita tutti noi a vivere l’incontro vivo e personale con il Signore Gesù, “porta” di salvezza (cfr. Gv 10,7.9) e “nostra speranza” (1Tm 1,1).
Il Giubileo, infatti, è un tempo favorevole per la Chiesa affinché riscopra i segni della tenerezza e della misericordia di Dio e rinnovi la certezza che la “Speranza non delude” (Rm 5,5).
Per consentire a tutti di fare esperienza della misericordia infinita di Dio per l’umanità, nell’anno giubilare vengono indicati dei luoghi dove si sperimenta l’amore di Dio che consola, perdona e dona speranza.
Oltre alle Porte Sante e le Chiese Giubilari dentro e fuori Roma, la Bolla di indizione sottolinea anche l’importanza di valorizzare a livello locale altri luoghi come spazi di accoglienza, in cui generare e ravvivare la speranza. Una rilevanza particolare rivestono i Santuari mariani.
Tenendo conto delle indicazioni date da Papa Francesco, S. E. Mons. Maurizio Aloise, nel territorio dell’Arcidiocesi di Rossano-Cariati, ha indicato come Chiesa Giubilare anche il Santuario di Santa Maria delle Grazie in Spezzano Albanese.

Questo, da parte dell’Arcivescovo, è un ulteriore segno di fiducia nei confronti di questo luogo. Nello stesso tempo, responsabilizza tutta la Comunità di Spezzano perché il Giubileo diventi per lei, e per tutti i pellegrini che vi si recheranno, “un momento di riconciliazione con Dio e tra di noi, un’occasione per continuare a ricevere e a donare la forza sanante e liberatrice del Vangelo” (Decreto di S. E. Mons. Maurizio Aloise per l’inizio dell’anno giubilare in Diocesi).
Siamo chiamati a fare nostri anche i sette Santuari che l’Arcivescovo, nella lettera consegnata alla Diocesi all’inizio dell’Anno Giubilare, ha chiesto di frequentare: “Il Santuario che è l’altro, il Santuario che è la famiglia, il Santuario che è la comunità, il Santuario che è il povero, il Santuario che è la terra, il Santuario che è la città, il Santuario che è Dio”.
Queste “sono le porte che quotidianamente attraversiamo, quasi senza accorgercene ma che ci portano a luoghi dove la speranza può crescere, fiorire e portare frutto per noi e per gli altri, per tutti”.
Ringraziando il Signore e l’Arcivescovo, è davvero motivo di grande gioia che il nostro Santuario sia un luogo dove tutti possono sentirsi a casa e possano sperimentare l’Amore di Dio.