Santuario della Madonna delle Grazie
di Spezzano Albanese

Il Santuario della Madonna delle Grazie di Spezzano Albanese è un luogo di culto cattolico, carico di spiritualità e storia, che funge da punto d’incontro tra il sacro e la comunità che lo circonda. Fondato nel XVI secolo, è stato testimone di numerosi eventi storici e modifiche architettoniche che ne hanno definito l’aspetto attuale.

Le Statue della Madonna

Esistono due statue della Beata Vergine delle Grazie custodite nel nostro Santuario: quella fissa, posta in una teca protetta da una porta di vetro dietro l’altare detta “Shën Mëria te qelqi”, e quella “pellegrina” usata per le processioni.

La statua non mobile, della “Madonna di carne” o “Vergine delle Grazie” di Spezzano, venerata fin dai tempi antichi, è conosciuta per il suo aspetto quasi vivo. Posta in una grande nicchia sull’altare, la statua ha le fattezze di una “Madonna Regina” che tiene il Bambino con la mano destra, simbolo della nobiltà e della mancanza di attività manuali, mentre ne esclude l’origine bizantina poiché questo stile ammette solo le icone sacre. Grande, inoltre, è l’affinità con l’iconografia gotica, in cui la Madonna non guarda il Bambino ma lo presenta ai fedeli. La scultura, probabilmente realizzata da discepoli di Tino da Camaino, è fatta con materiali poveri locali: mattoni crudi, paglia e fango, e rivestita di stucco dipinto. Mentre le fattezze della Madonna sono raffinate, quelle del Bambino appaiono rozze, probabilmente dovute allo stato di abbandono in cui versò la Chiesa per lungo tempo e che causò il deterioramento della testa del Bambino e quindi la sua successiva ristrutturazione.
Le vesti della Madonna sono di colore azzurro ricamato in oro; quelle del Bambinello sono di color rosso e oro, come il libro che regge con la mano sinistra.
Nel 1981 fu intrapreso, ad opera della Sovraintendenza alle belle arti di Cosenza, il restauro della statua fissa della Madonna per mano dell’artista cassanese Guido Faita.

La statua “processionale”, detta anche pellegrina, nasce dal bisogno del popolo di portare la propria Patrona in giro per le vie del borgo.
Durante il corso del XVI e del XVII secolo, infatti, gli spezzanesi scendevano spesso alla Cappella della Madonna, ma sentivano il bisogno di portare la loro Protettrice in paese.
Cominciò così, verso la fine della seconda metà del Settecento, ad insinuarsi l’idea, che diventò presto progetto e deliberazione, di produrre l’effige della Santissima, al fine di poterLa portare in processione per le vie del paese. L’arciprete don Antonio Fronzini commissionò ad artisti napoletani la realizzazione della statua mobile. Quando la statua commissionata fu pronta, due carri, tirati da quattro robusti cavalli, partirono alla volta della grande metropoli partenopea. In essi presero posto dieci baldi e vigorosi giovani e un sacerdote, don Giovanni Cucci, incaricato dall’anziano arciprete don Antonio Fronzini. Ignoriamo quanti giorni ci vollero per portare a termine il trasporto della statua a mezzo di un traino e per strade impervie, monti e valli, fiumi e foreste. Nell’attesa, tutta la popolazione visse in una comprensibile ansia e i preparativi per l’accoglienza furono veramente grandiosi. Al suo arrivo, la Madonna fu accolta da una generale e unanime ovazione, da inni e canti in albanese e da una pioggia di pianto di viva commozione. Dopo l’accoglienza e la consacrazione della statua, si formò una processione che terminò all’ormai antica cappella di Maria Santissima delle Grazie. Qui si celebrò la Santa Messa e si benedì di nuovo la meravigliosa statua.
Per le diverse generazioni di spezzanesi, che presero parte alla manifestazione, quello fu un giorno memorabile. Era l’estate del 1789.

Le origini del Santuario

Le radici del Santuario risalgono al 1470, quando un gruppo di migranti albanesi si rifugiò nel Regno di Napoli, fuggendo dalle persecuzioni turche e ottomane. Questi esuli si stabilirono nei pressi di un antico edificio sacro, ormai distrutto, situato in un’area abbandonata chiamata “Casale delle Grazie”. Il nome del luogo fu presto associato a un episodio miracoloso che segnò l’inizio della venerazione mariana in quella regione. Secondo la tradizione, due pastorelli del luogo stavano pascolando le pecore vicino a un roveto, accanto a una sorgente, quando uno dei due fu colpito da un intenso bagliore luminoso. Avvicinatosi per vedere meglio, scoprì una figura femminile maestosa, seduta su un trono, con un bambino in braccio e un libro nell’altra mano. Chiamò subito il compagno per condividere la visione e, insieme, ammirarono la bellezza della Signora. Uno dei pastori, incredulo, si avvicinò ulteriormente e la punse con una spina di rovo per verificare se fosse reale. Dal volto della Madonna scaturì del sangue, che accecò temporaneamente il giovane. Disperato, chiese perdono alla Vergine, che lo guarì immediatamente, gli insegnò l’Ave Maria, e gli chiese di riferire al sacerdote del villaggio il suo desiderio di avere una cappella eretta in quel luogo. La notizia del miracolo si diffuse rapidamente e la popolazione locale, già profondamente devota alla Madonna, si unì per esaudire la richiesta. Fu così che nacque la prima cappella dedicata alla Madonna delle Grazie. Questo fu solo l’inizio di una devozione che sarebbe cresciuta nei secoli successivi.
L’origine della chiesa, che divenne parrocchia di rito greco, si fa risalire al XV sec.
Nel 1607, la popolazione si trasferì nell’attuale abitato di Spezzano e a custodia della chiesetta rimasero per due secoli degli eremiti o dei semplici custodi. All’inizio del 1800, la chiesa fu ingrandita con l’aggiunta delle navate laterali e il vialone d’accesso e abbellita con rivestimenti marmorei e varie opere d’arte. Adiacente al Santuario è annessa un’accogliente Casa del Pellegrino.
La chiesa è stata elevata a Santuario il 5 agosto 1951 da mons. Giovanni Rizzo.

L’evoluzione architettonica

Nel corso del tempo, il piccolo luogo di culto venne ampliato e abbellito. Tra il XIX e il XX secolo, furono aggiunte due navate laterali e fu eretto un campanile, che nel tempo è stato completamente restaurato. Nel 1800 furono costruiti i pilastri del cancello d’ingresso e il viale in pietra, mentre all’inizio del XX secolo vennero rivestite di marmi le pareti e le colonne interne. Il lavoro di abbellimento raggiunse il suo apice negli anni Trenta, quando la facciata fu rifatta in stile neoclassico, con l’aggiunta di bassorilievi raffiguranti la Vergine, San Pietro e San Paolo, realizzati dall’artista Antonio Lupinaro. Una particolarità è la lapide posta sopra la porta principale, che reca l’iscrizione “CRESCAT ET FULGEAT GRATIA TUA MARIA CIVICA PAGI”, voluta dall’arciprete Francesco Gullo nel 1935. Essa ricorda come i fondi per il restauro furono raccolti attraverso l’offerta dei frutti coltivati nell’orto del Santuario. Nel 1951, la chiesa venne ufficialmente elevata al rango di Santuario, riconoscendo il suo crescente ruolo come centro di devozione mariana per tutta la regione.
Nel 2022 il Santuario ha beneficiato di un finanziamento PNRR, “Progetto per il Recupero e la valorizzazione del Santuario della Madonna delle Grazie”, finalizzato al recupero della facciata principale, delle coperture e del selciato dell’ingresso principale.

La casa del Pellegrino

Inaugurata nel 1965, la “Casa del Pellegrino” fu costruita accanto al Santuario con concorso di tutto il paese e degli emigranti con l’intento di accogliere e ristorare i fedeli provenienti dai centri vicini durante la festività patronale. Sulla parte destra della struttura fu costruito un appartamento con tre celle fornite di servizi, con cucina, dispensa e ufficio utilizzato dai religiosi che nel tempo si sono succeduti.
Di recente, invece, sul lato del salone verso il campanile, sono stati costruiti due servizi igienici, molto comodi e pratici sia per chi frequenta il salone, sia per chi viene al Santuario.
Oltre alla Casa del Pellegrino, l’area ha visto la nascita di altre due strutture che oggi ospitano l’Aula del Giubileo, la sala più capiente del paese, con altre sale annesse, e un ex asilo.

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